Nessuno può restare indifferente alla persecuzione che i Cristiani stanno subendo ormai in molti paesi del mondo, persecuzione di cui Asia Bibi è stata il triste simbolo.
Altre persone, altre donne si trovano, si sono trovate o si troveranno, temiamo, nelle medesime condizioni. Rebecca Bitrus, donna nigeriana di ventotto anni caduta nelle mani dei terroristi di Boko Haram che l’hanno sfruttata e violentata. Dalal, giovane yazida brutalizzata da terroristi dell’Isis in Iraq; e possiamo dimenticare Nadia Murad, una delle 3.000 ragazze e donne yazide che sono state vittime di stupri e altri abusi, sempre dai miliziani dell’ISIS? Il credo religioso è personale e la scelta deve essere libera, come recita l’articolo 3. della nostra Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E infine, la cosa più importante. Il presidente della Corte suprema Saqim Nasir ha voluto proclamare la sentenza di assoluzione non solo in inglese, ma anche in urdu, in modo che tutti i pakistani potessero leggerla e ha dichiarato che continuerà a fornire aiuto legale a tutte le persone, cristiane o musulmane o di altro credo: “è meglio morire da uomo coraggioso che vivere come un sorcio, da uomo timoroso”, ha dichiarato. “Dawn”, il quotidiano di Karachi più diffuso in tutto il Pakistan ha scritto che “una grave ingiustizia è stata evitata e per questo c’è da essere grati”, aggiungendo che “chi ha salutato con favore il verdetto di assoluzione di Asia Bibi rappresenta la chiave per un futuro migliore per il Pakistan”.
Il mondo ha bisogno di menti illuminate come queste. Fedi diverse laicità possono convivere rispettandosi a vicenda e restando nel solco della legalità dettata dalla nostra tradizione giuridica cui tutti apparteniamo. Crediamo che questa lezione dovrebbe essere fatta nostra, a partire proprio dalla nostra realtà cittadina. Per questo chiediamo alle autorità di farsi portavoce di queste istanze e a tutti i cittadini di aderire a questo appello facendo propria questa dolorosa, ma potenzialmente feconda, esperienza, per il bene comune e una vera cooperazione tra i popoli.