Che cosa significa I.P.P.C.
- Integrated
- Pollution
- Prevention
- and Control
E’ una strategia comune a tutta l’UE per aumentare l’affidabilità e le prestazioni ambientali delle industrie (impianti industriali che presentano un elevato potenziale d’inquinamento indicati dalla Direttiva): a tutti gli impianti indicati dalla Direttiva viene richiesta un’autorizzazione pubblica integrata in assenza della quale l’azienda non può operare, è l’autorizzazione AIA che tiene conto in un unico atto delle prestazioni ambientali degli impianti, ovvero delle emissioni nell’aria, degli impatti sulle acque, sul suolo, sulla produzione dei rifiuti, dell’impiego di materie prime, dell’efficienza energetica, delle emissioni rumorose ecc. https://sestosg.net/a-i-a-autorizzazione-integrata-ambientale/
L’attuale provvedimento nazionale di riferimento è rappresentato dal Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 (Titolo III-bis della Parte II). La normativa Ippc prevede regole da osservare in parte dettate dal Codice ambientale nazionale in parte direttamente dall’Unione europea (che stabilisce le migliori tecniche disponibili M.T.D da applicarsi direttamente ai singoli settori industriali).
I riferimenti normativi BAT e MTD
La direttiva IPPC prevede un nuovo approccio per la riduzione degli impatti ambientali delle emissioni industriali, attraverso la graduale applicazione di un insieme di soluzioni tecniche (impiantistiche, gestionali e di controllo) messe in atto per evitare o, qualora non sia possibile, ridurre, le emissioni di inquinanti. Queste soluzioni tecniche sono le BAT (Best Available Technique) o MTD (Migliori Tecniche Disponibili). L’adozione delle BAT da parte delle aziende e la prescrizione di queste da parte degli enti competenti è guidata dalle BREFs, le linee guida europee. Questi documenti descrivono le tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo presenti sul mercato divisi per settore e le relative prestazioni confrontate con l’impatto ambientale.
Che vantaggi comporta e a cosa serve
- indirizza la produzione industriale verso lo sviluppo sostenibile
- incentiva a considerare nei costi d’impresa eventuali danni ambientali
- evita o riduce le emissioni e protegge così l’ambiente nel suo complesso
- riduce la produzione di rifiuti
- incoraggia la gestione razionale delle materie prime e il risparmio energetico.
- aiuta la prevenzione degli incidenti
- garantisce al cittadino trasparenza e informazione
- stimola il confronto tra Aziende e Pubblica Amministrazione, favorendo così un miglioramento dei rapporti
N.B. E’ un unico procedimento che snellisce e semplifica l’iter burocratico autorizzativo, in quanto sostituisce gran parte delle autorizzazioni in materia ambientale.
A cosa serve l’I.P.P.C.
Serve a:
- indirizzare la produzione industriale verso lo sviluppo sostenibile
- considerare nei costi d’impresa eventuali danni ambientali
- evitare o ridurre le emissioni e proteggere così l’ambiente nel suo complesso
- ridurre la produzione di rifiuti
- prevenire gli incidenti
- garantire al cittadino trasparenza e informazione
Normativa di riferimento
- D.Lgs. 46/2014 attuazione della direttiva 2010/75/UE
- Direttiva europea 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento)
- D.Lgs. 128 del 2010, attualmente in vigore, ha recepito la normativa europea dal 26 agosto 2010
- Direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento
- D.Lgs. 152/06 relativo alle “Norme in materia ambientale”
- D.Lgs. 59/05 ha abrogato il 372 e ha esteso l’A.I.A. anche agli impianti nuovi (attualmente questo decreto è abrogato)
- D.Lgs. 372/99 con cui l’Italia ha recepito la Direttiva Europea e reso operativa l’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) limitatamente agli impianti esistenti
- Direttiva Europea 96/61/CE del 24/09/1996 relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE