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Asia Bibi, il Comitato Pari opportunità lancia un appello a istituzioni e cittadini (1)

Data di pubblicazione:

martedì 13 novembre, 2018

Tempo di lettura:

2 min

Ultimo aggiornamento:

martedì 13 novembre, 2018

Asia Bibi, il Comitato Pari opportunità lancia un appello a istituzioni e cittadini
Avevamo preparato un appello che auspicava il coinvolgimento di tutti i cittadini, senza differenza alcuna di religione, per difendere il diritto alla vita e alla libertà di Asia Bibi. Lo presentavamo non solo come un atto dovuto per l’inconsistenza delle prove, ma come un atto di civiltà, per la dignità della persona e la libertà individuale. Chiedevamo per lei la cittadinanza italiana, il diritto di asilo e la piena protezione politica e diplomatica. Invitavamo il nostro Assessore di riferimento, Alessandra Magro, a farsi portavoce di una nostra richiesta presso il Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Come CPO di Sesto San Giovanni intendevamo anche coinvolgere in questa azione di libertà e legalità tutte le associazioni disposte a collaborare, creando una sorta di rete, senza distinzione né distinguo politici o religiosi.
Al momento in cui scriviamo la vicenda sembra avere avuto sviluppi incoraggianti. Anche se le voci che la davano per libera e in volo con la sua famiglia verso una meta non ancora rivelata, sono state smentite, sappiamo che Asia è comunque una donna libera. Ma non ci basta. Vogliamo ribadire che salvare Asia Bibi significa salvare la libertà di coscienza e il diritto alla vita e alle scelte personali di ogni singolo individuo in ogni paese del mondo. Cedere alla violenza e alla sopraffazione di un singolo gruppo significherebbe abdicare alla democrazia e non possiamo essere complici silenti. Non noi, con la nostra storia.

Asia Bibi ha trascorso oltre 3000 giorni in prigione con un’accusa di blasfemia che, senza il coraggioso intervento di uomini preziosi e illuminati, entrambi musulmani, come Mian Saqib Nasir e Saiful Malook, avrebbe portato alla condanna a morte per impiccagione. L’assoluzione con formula piena ha però fatto precipitare il paese nel caos, in un crescendo di proteste e violenze. Alcuni politici e avvocati, cristiani e musulmani, sono stati uccisi e lo stesso avvocato difensore ha dovuto riparare all’estero. Per alcuni giorni Asia Bibi è stata trattenuta in carcere dove ha subito un’aggressione ed è stata in grave pericolo di vita.

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Ultimo aggiornamento

13/11/2018