Cos'è
Proiezione del docu-film “America Alternativa 1972” di Luciano Martinengo e Thomas Wahlberg. Durata 1 ora
Il 1968 segnò la fine del sogno americano. L’assassinio di Martin Luther King e di Robert Kennedy, l’elezione di Richard Nixon alla presidenza degli Stati Uniti chiusero una stagione di lotte per le libertà civili e mostrarono i limiti della contestazione studentesca e del movimento contro la guerra del Vietnam.
Si affermò così per un’intera generazione la necessità di testimoniare l’impegno politico direttamente con la propria vita e i comportamenti quotidiani. Le comuni, sperimentate da centinaia di migliaia di giovani furono l’espressione più originale di ciò che si chiamò “controcultura”.
Il film, girato nel 1972, esplora la quotidianità di alcune di queste, dalla Virginia alla California, concentrandosi su principi, idee e soprattutto esperienze. Emergono temi di forte attualità anche per gli anni Duemila: l’organizzazione di strutture sociali e lavorative basate su una democrazia radicale, la necessità di stabilire rapporti interpersonali paritari, particolarmente in relazione all’omosessualità e al femminismo, la consapevolezza dei limiti della società dei consumi e dello spreco, il grande tema dell’ecologia, la droga come illusoria via di fuga. L’interesse e la novità di questo approccio consiste proprio nel suo porsi come sperimentazione e non soltanto come ideologia. Comuni anarchiche, comuni basate su principi socialisti, comuni impegnate nel riutilizzo di strutture industriali abbandonate, comuni orientate sulla filosofia buddista o indiana: la determinazione è la stessa, l’impostazione e le forme variano.
Il film è il risultato di vari mesi di convivenza in queste comuni e di visite ripetute, il che ha permesso di costruire un’indispensabile atmosfera di reciproca fiducia. La narrazione si chiude, cinquant’anni dopo, con un collegamento via Internet con una dozzina di protagonisti del film che rievocano il senso e le conseguenze di quell’esperienza negli anni successivi.
L’idea del film, interamente autofinanziato, nasce da una convivenza in Canada tra il 1963 e il 1970 del regista Luciano Martinengo con un gruppo di studenti europei tra i quali lo svedese Thomas Wahlberg che partecipa alle riprese e al montaggio. La necessità era di allargare il campo di osservazione confrontando la propria esperienza con quella delle comuni americane. Forniti di un furgone Volkswagen, completamente attrezzato, ci siamo spostati dal Maryland alla Virginia, al New Mexico e infine alla California. Il film, montato a Roma, è stato distribuito in un primo tempo personalmente dal regista su invito di gruppi di giovani di ogni parte d’Italia che organizzavano proiezione e dibattito. Il riscontro, pur così artigianale, è stato eccezionale e ha permesso accesi confronti di idee in particolare in quegli anni già segnati dalla delusione delle scelte strettamente politiche. Riproporlo oggi, dopo cinquant’anni, con sottotitoli italiani e con il commento finale di alcuni dei protagonisti, significa sottolineare la continuità di una consapevolezza politica ed esistenziale da una generazione all’altra accompagnata dalla constatazione di quanto, i problemi sul tappeto siano ancota gli stessi.
Al termine della proiezione Luciano Martinengo dilogherà con Lea Melandri sulla cultura hippy underground nell’America degli anni 70.
Il regista Luciano Martinengo è stato già nostro ospite con un film sulla poetessa italiana Piera Oppezzo. Ha lavorato per la Rai e la televisione della Svizzera Italiana. In passato è stato ricercatore borsista in Canada per conto del Ministero per il commercio estero. Ha svolto attività di film-maker indipendente negli Stati Uniti, in Canada e in Italia. È stato consulente organizzatore di “Città del mondo” video presso De Agostini video. Ha studiato presso McGill University, Montreal.
Lea Melandri giornalista, attivista, saggista e insegnante italiana. Dagli anni settanta è stata un’attivista del movimento delle donne italiano, scrivendo vari libri al riguardo. Ha diretto dal 1971 al 1978 la rivista L’erba voglio e dal 1987 al 1997 la rivista Lapis e la rivista Noi Donne.
Evento organizzato dall’associazione Gli amici della Biblioteca in collaborazione con le Biblioteche di Sesto.