Cos'è
Piccoli & Grandi in collaborazione con La rosa dei venti organizza un atelier di pittura secondo la pratica di Arno Stern per adulti, bambini e bambine tra 2 e i 6 anni, possano lasciare una traccia del loro passaggio.
🎨L’attività
Lo spazio, i materiali, le regole, il servitore (Praticien) ed il gruppo: questi sono gli elementi che definiscono il gioco del dipingere al Closlieu.
Ogni partecipante ha un foglio di carta fissato al muro pronto a espandersi se necessario per accogliere nuove creazioni.
Una tavolozza comune offre 18 colori, ognuno con tre pennelli dedicati, utilizzati con cura per mantenere ordine e continuità. Ci si avvicina alla tavolozza con calma, rispettando il proprio turno, per poi tornare al foglio e dipingere in un gesto continuo e senza fretta.
In questo spazio non esistono competizione e giudizio, il dipingere è puro piacere personale, libero da finalità esterne.
📅Quando e dove
Mercoledì 20 novembre alle 15.30 a Piccoli & Grandi in via Tonale, 40
👨🏻Chi è Arno Stern?
Arno Stern è nato a Kassel in Germania nel 1924, ma è poi emigrato in Francia prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Appassionato di pittura e storia dell’arte, nel 1946 gli viene offerto un lavoro come educatore in un istituto per orfani di guerra, dove comprende l’incredibile potere che il disegno e il gioco esercitano sui bambini.
Nel 1949 a Parigi prosegue la sua attività di didatta fondando nel quartiere di Saint Germain-des-Prés un incredibile luogo di sperimentazione: l’Académie du Jeudi o per come è più noto il Closlieu.
Attraverso il “Gioco del dipingere” (da cui poi l’omonimo libro edito da Uroboros nel 2012) Stern ha formulato tra le mura del suo atelier la teoria della Formulazione, dimostrando che nell’atto di disegnare è possibile imprimere una propria traccia come segno di manifestazione dell’autore, da bambino come da adulto, permettendogli di slegarsi dal messaggio della sua opera. In tal modo Stern ha ideato l’educazione creatrice e ha aperto il nuovo campo di ricerca scientifica della semiologia dell’espressione, per cui nel 1986 ha anche fondato l’IRSE (Institut de Recerche en Sémiologie de l’Expression).
Da allora ha tenuto innumerevoli conferenze in tutto il mondo e dagli anni Cinquanta in poi ha diffuso la sua teoria negli ospedali di La Pitié-Salpétrière e Sainte-Anne per volere dei professori Heuyer, Lebovici, Delay e Volmat e poi ancora in altri centri sociali, culturali e medici pediatrici. Inoltre, per 10 anni ha gestito la Scuola per Professionisti dell’Educazione Creativa a Parigi.
Negli anni Sessanta e Settanta estende la sua teoria della Formulazione, tentando di recuperare un senso primordiale di espressività viaggiando nelle regioni più remote del mondo, come in Mauritania, Perù, Niger, Messico, Afghanistan, Etiopia, Guatemala e Nuova Guinea, conducendo di fatto una specie di progetto etnografico. Ha infatti proposto alle popolazioni locali estranee alla civiltà occidentale di dipingere per la prima volta raccogliendo le loro tracce. Attraverso questo studio e grazie ai fondamentali contributi di sua moglie Michèle, Stern elaborò così la teoria della Traccia Umana, anticipando di molti anni le più recenti teorie neurobiologiche e psicologiche relative ai bambini.
Con la consapevolezza del ruolo fondamentale che la libera espressione esercita sulla formazione e sullo sviluppo dell’individuo, Arno e Michèle Stern hanno cresciuto i loro due figli André ed Eléonore in un contesto fiducioso nelle disposizioni spontanee umane, raccontato da André Stern nel suo libro Non sono mai andato a scuola. Storie di un’infanzia felice edito da Nutrimenti nel 2014. Oggi André segue le orme del padre come direttore dell’istituto.