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Agota Kristof – Esistere in un’altra lingua

Terzo appuntamento della rassegna Le voci che nascono dall'esilio. Tre scrittrici per tre incontri

Data:

Terminato

Tempo di lettura:

3 min

Cos'è

Venerdì 4 novembre ore 18 terzo appuntamento della rassegna Le voci che nascono dall’esilio. Tre scrittrici per tre incontri. A cura di Elena Petrassi.

Dalla biografia di Elena Petrassi su L’enciclopedia delle donne (testo completo a questo link):
L’esilio dalla lingua materna, la convinzione che l’esistenza trasposta sulla carta possa assumere una valenza assoluta, il senso di perdita continuo sono alcuni temi chiave dei libri di Agota Kristof, scrittrice contemporanea tra le più ispide e sgradevoli. I luoghi si presentano come quinte teatrali, i personaggi sono marionette e non sono connotati tanto dall’aspetto fisico, sempre descritto con crudele precisione, né da una dimensione psicologica: sono sempre le azioni compiute a dire chi essi siano.
Scrive nel suo libro autobiografico L’analfabeta: «All’inizio non c’era che una sola lingua. Gli oggetti, le cose, i sentimenti, i colori, i sogni, le lettere, i libri, i giornali, erano quella lingua. Non avrei mai immaginato che potesse esistere un’altra lingua, che un essere umano potesse pronunciare parole che non sarei riuscita a capire. Perché avrebbe dovuto farlo? Per quale motivo?».

Fuggita in Svizzera con il marito e una neonata legata sulla schiena nel 1956, a seguito dell’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici, la Kristof si trova ad affrontare la sfida con una nuova lingua che questa volta, dopo il tedesco e il russo, è il francese: «Parlo il francese da più di trent’anni, lo scrivo da vent’anni, ma ancora non lo conosco. Non riesco a parlarlo senza errori, e non so scriverlo che con l’aiuto di un dizionario da consultare di frequente. È per questa ragione che definisco anche la lingua francese una lingua nemica. Ma ce n’è un’altra di ragione, ed è la più grave: questa lingua sta uccidendo la mia lingua materna».

«Come si diventa scrittori? Prima di tutto, naturalmente, bisogna scrivere. Dopo di che bisogna continuare a scrivere. Anche quando non interessa a nessuno. Anche quando si ha l’impressione che non interesserà mai a nessuno. Anche quando i manoscritti si accumulano nei cassetti e li si dimentica, pur continuando a scriverne altri». Ricomincia ad andare a scuola a ventisette anni e in due anni soltanto consegue un primo Certificato di Studi. «Il mondo è pieno di libri, di libri finalmente comprensibili, anche per me… Non appena padroneggio un po’ la lettura, mi fisso un altro obiettivo: scrivere in francese… Questa lingua, il francese, non l’ho scelta io. Mi è stata imposta dal caso, dalle circostanze. So che non riuscirò mai a scrivere come scrivono gli scrittori francesi di nascita. Ma scriverò come meglio potrò. È una sfida. La sfida di un’analfabeta

Nata in Ungheria nel 1935, nel 1956, a seguito della repressione sovietica, scappa a Neuchâtel, nella Svizzera francese. Lavora come operaia per 5 anni, fino al conseguimento del certificato di studi. Dagli anni ‘70 inizia a scrivere opere teatrali e radiofoniche e in seguito, dal 1982, romanzi e opere letterarie: tra le molte opere, La trilogia della città di K, Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna e L’analfabeta, racconto autobiografico. Riceve molti riconoscimenti letterari durante tutta la sua carriera. Muore a Neuchâtel nel 2011.

A cura delle associazioni Gli amici della biblioteca e Lucrezia Marinelli, in collaborazione con la Biblioteca civica.

I libri di Agota Kristof nel catalogo delle biblioteche a questo link

Luogo

Villa Mylius

Largo Alfonso Lamarmora Sesto San Giovanni

Fa parte di

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Ultimo aggiornamento

06/11/2022