Buongiorno a tutti e grazie di essere qui oggi al Parco Nord, davanti al monumento al deportato, per celebrare la Giornata della Memoria. Oggi voglio ricordare per prima una persona speciale: Giuseppe Valota, storico presidente dell’Associazione nazionale ex deportati di Sesto San Giovanni e Monza che purtroppo ci ha lasciati lo scorso novembre. Peppino, figlio di un operaio sestese arrestato, deportato e ucciso in un campo di sterminio nazista, ha speso gran parte della sua vita a documentarsi su quegli anni bui, ripercorrendo le storie dei deportati politici e dando alle stampe diversi libri ricchi di testimonianze significative. Un grande uomo, impegnato e appassionato, un esempio di vita per tutti che ha lasciato un vuoto enorme nella nostra città e non solo. È grazie alle sue ricerche se ai piedi di questo monumento sono incisi i nomi dei nostri concittadini deportati in massa nei campi di concentramento. La Giornata della Memoria non può essere solo una semplice data segnata sul calendario, ma deve accompagnarci tutto l’anno. È importante quindi che oltre alle istituzioni anche le diverse associazioni e i singoli cittadini si impegnino con iniziative sul territorio, affinché nessuno dimentichi quelle orribili pagine di storia. Senza strumentalizzazioni, senza odio, ma sempre a favore di un sano confronto democratico. Perché l’insegnamento più importante che dobbiamo trarre dal sacrificio delle vittime del nazifascismo è proprio questo: combattere per far sì che tutte le idee possano essere espresse liberamente. Sesto San Giovanni ha pagato un pesante tributo in termini di deportati politici. Centinaia di persone furono prelevate dalle proprie case e dalle fabbriche in cui lavoravano per essere trasferite nei campi di concentramento; quasi tutti non tornarono più a casa mentre altri morirono più tardi a causa delle atrocità della deportazione. La Breda e la Falck furono le fabbriche col più alto numero di deportati. Centinaia di nostri concittadini furono strappati all’affetto delle proprie famiglie con una violenza disumana. Mamme, papà e bambini si guardarono negli occhi per l’ultima volta. Tanti di loro furono picchiati e torturati prima di sparire nel nulla. Furono prelevati anche malati, invalidi e mutilati, con una brutalità senza precedenti nella storia. Se Sesto non si fosse opposta allo smantellamento dei suoi impianti, che all’epoca rappresentavano un quinto dell’industria nazionale, la ricostruzione economica italiana sarebbe stata difficilissima. Per questo enorme sacrificio, nel 1971 la nostra città è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare e oggi sono tanti i luoghi dove si respira il ricordo di coloro che hanno pagato con la vita le proprie idee e la propria voglia di libertà.Oggi ricordiamo i deportati politici sestesi con commozione, perché nessuno possa più obbligare qualcuno ad avere idee e opinioni che vadano in un’unica direzione prestabilita. Accanto a loro, però, non possiamo dimenticare tutte le vittime dell’Olocausto: uomini, donne, bambini, giovani e anziani, privati della loro dignità, ridotti a numeri e uccisi solo perché professavano la religione ebraica ed erano perciò considerati una razza inferiore. E proprio con la mente rivolta a questo sterminio di vittime innocenti, non dobbiamo abbassare la testa davanti a tutte quelle forme di antisemitismo che ancora oggi, purtroppo, infestano la nostra società. A Sesto siamo passati dalle parole ai fatti, introducendo per la prima volta la Giornata di confronto con la Comunità Ebraica e intitolando una via ad Anna Frank, colei che è stata un autentico simbolo della Shoah. Anche quest’anno, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, abbiamo organizzato insieme alle associazioni culturali del territorio una rassegna di eventi per tutte le età. Con la Giornata della Memoria ricordiamo anche tutti gli uomini e le donne deportati, umiliati e uccisi nei campi di concentramento perché omosessuali, disabili, appartenenti a minoranze etniche. È solo con la memoria, da tramandare ai nostri giovani, ai nostri figli, ai nostri nipoti, che possiamo rendere il giusto onore alle vittime e ai superstiti della Shoah, che con le loro testimonianze hanno contribuito a smuovere le nostre coscienze e a renderci consapevoli della tragedia umana che hanno vissuto. La Giornata della Memoria va vissuta con responsabilità e consapevolezza, perché è nostro dovere morale ricordare un passato tragico e nefasto per il nostro Paese e per l’Europa intera, combattendo con coraggio ogni genere di razzismo e totalitarismo. Grazie a tutti.